Quello che poteva diventare una mera querelle su un gettone di presenza si è tramutato in un bel gesto da parte di due consiglieri di Acerra: Carmela Auriemma, ex candidata sindaco del Movimento 5 Stelle, e Giulio Stompanato (561 preferenze raccolte nella civica “La Giusta Direzione”).
Il precedente
Tutto è nato da una lettera inviata dalla consigliera Auriemma, presidente della commissione Vigilanza, nella quale si chiedeva al presidente del Consiglio Andrea Piatto di non versare il gettone di presenza al consigliere Stompanato, relativamente alla commissione del 27 Marzo. Il motivo? Il consigliere era entrato in aula a pochi minuti dalla fine, quando l’argomento si era già esaurito. Da questo momento c’è stato un botta e risposta tra i due.
L’invito
Alla fine il consigliere in maggioranza ha fatto la sua proposta: “Voglio il gettone perchè mi spetta secondo il regolamento, ma insieme a te (Auriemma) voglio devolvere tutti i gettoni di Gennaio, Febbraio e Marzo al comune, per finalità sociali”.
La risposta
Auriemma ha poi rilanciato, allargando il rimborso e la devoluzione anche alle future commissioni del 2018, invitando anche gli altri consiglieri a fare la medesima scelta. Stompanato ha accettato di devolvere tutte le commissioni dell’anno, ma ha ribadito che ogni consigliere è libero di fare ciò che vuole.
L’incontro di stamattina
Intorno alle 9:30 i due consiglieri si sono visti per delineare il da farsi. Stompanato nel frattempo ha già effettuato il bonifico indirizzato al Comune, per le commissioni degli ultimi 2 mesi, che si aggira intorno ai 950 euro. Auriemma invece aspetta il conteggio da parte del dirigente, ma ha ribadito che la donazione sarà effettuata ad una delle associazioni che opera sul territorio.
E gli altri?
Al momento nessuno degli altri consiglieri sembra aver manifestato l’intenzione di condividere l’iniziativa. Resta comunque il lodevole gesto dei due consiglieri, che seppur con idee diverse, hanno fatto capire la loro intenzione di vivere la politica come una passione e non come un impegno lavorativo. Entrambi poi sono liberi professionisti e per loro il tempo tolto al lavoro, e dato alla politica, vale il doppio, rispetto a chi invece ha un contratto e le cui ore di lavoro “perse”, vengono poi rimborsate.