Una croce di tre metri portata in spalla da un gruppo di lavoratori del Consorzio Unico di Bacino. I manifestanti, che fanno parte del gruppo di Acerra si sono recati questa mattina presso gli uffici della Regione Campania siti in via Santa Lucia dove hanno protestato nuovamente per le condizioni in cui sono costretti a vivere. Da qualche mese è partito il piano Straordinario di lavoro che doveva reimpiegare tutti i dipendenti (circa mille) per far sì che per un anno fosse loro garantito il diritto di lavorare e di percepire un salario fisso, visto che diversi anni non hanno ormai nè l’uno nè l0altro. In realtà così come raccontano gli stessi ciò è molto lontano dalla realtà.
“Con la partenza del nuovo Piano ci avevano garantito che saremmo stati impiegati nei pressi di siti strategici o all’interno dei Comuni dove avremmo potuto lavorare e ottene con dignità un salario. Ad oggi non sono stati inseriti neanche tutti i lavoratori e sopratutto le condizioni per quelli che attualmente lavorano sono le peggiori. Alcuni sono nei Comuni, praticamente “parcheggiati“, senza un compito, senza una mansione definitiva e senza neanche i mezzi per poter fare qualcosa. Ci hanno tolto anche la dignità di poter guadagnare il pane che mettiamo a tavolo“.
E i soldi?
I manifestanti proseguono parlando anche dello stipendio: “Siamo alle solite. Dopo il primo stipendio ci sono nuovamente i ritardi. Siamo di nuovo nella condizione di non percepire soldi e per questo siamo di nuovo in piazza a manifestare“.
Perchè la croce?
“Perchè noi davvero portiamo una croce e la portiamo tutti i giorni. Per questo l’abbiamo portata qui per farla vedere chiaramente ai vertici della Regione così da fargli capire in che condizione viviamo. Non chiediamo nulla di speciale se non vivere con dignità“.
I precedenti
Il gruppo di Acerra è sempre stato tra i più critici anche nel passato su questo Piano Straordinario visti i tanti dubbi, poi diventati realtà, sulla gestione sia dei lavoratori che degli stipendi. Gli stessi sono stati anche protagonisti di varie proteste, spesso anche forti per chiedere a gran voce che gli stipendi arretrati che vantano (decine di mesi oltre ai contributi) venissero finalmente pagati. Ad Acerra Giovanni D’Errico salì su una gru alta oltre trenta metri restandoci per diversi giorni. Stessa protesta anche al Centro Direzionale di Napoli. Nelle scorse settimane il gruppo di Acerra è riuscito anche ad ottenere un tavolo con il Ministero del Lavoro, ma di risultati al momento non se ne vedono.