Un risultato storico, destinato a creare giurisprudenza in tutta l’Europa. Parliamo della sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea, con sede in Lussembrugo, che ha sancito lo stop allo Sblocca Italia, voluto dal governo di Renzi.
Cosa prevedeva lo sblocca Italia
Il Decreto del 2014 e le relative norme esecutive del 2016 stabilivano la nascita di 12 inceneritori in dieci regioni, oltre all’aumento della capacità di incenerimento di quelli già esistenti. Il motivo del ricorso alla Giustizia da parte di alcuni comitati (tra questi le “Donne del 29 Agosto di Acerra” e le “Mamme per la Salute e l’Ambiente di Venafro”, assistite dall’avvocato Carmela Auriemma), si basava su un dato importante.
Niente VAS
Gli inceneritori erano stati ritenuti siti strategici di interesse nazionale e per questo non erano stati soggetti ad una procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Su questo hanno puntato i comitati e i legali che si erano inizialmente rivolti al Tar del Lazio. Quest’ultimo, dubitando della “conformità alla normativa Ue” delle misure dell’allora governo Renzi, aveva inviato la questione alla Corte di Giustizia Europea, che l’altra sera si è espressa.
Il verdetto
La Corte Europea, il cui giudizio diventa Giurisprudenza in tutta la comunità europea, ha stabilito che gli inceneritori possono sì essere ritenuti “insediamenti di interessa strategico nazionale” ma in qualunque caso devono essere sottoposti alla VAS. Norma quindi da riscrivere in alcuni importanti punti, ma visto il parere dell’attuale Governo sugli inceneritore (soprattutto sponda M5S) difficilmente si farà.
Parliamone con l’avvocato Auriemma
Abbioamo rivolto alcune domande all’avvocato dei comitati ambientali “Donne del 29 Agosto di Acerra” e le “Mamme per la Salute e l’Ambiente di Venafro”.
Dopo la lettura della sentenza, qual è il suo parere?
“Siamo molto soddisfatti della pronuncia. La Corte Europea di fatto boccia il famoso art.35 del decreto SbloccaItalia e la sua normativa attuativa. Tutto da rifare insomma. Ma sono soprattutto soddisfatta come cittadina che vive all’ombra di un inceneritore. La Corte Europea afferma un altro principio: non si può aumentare il quantitativo dei rifiuti inceneriti senza una valutazione sull’impatto ambientale“.
Ecco questo è un altro punto importante. Secondo lei può cambiare qualcosa per l’impianto di Acerra?
“È evidente che ciò ci rimanda al nostro impianto nel quale si è passati, a bruciale dagli attuali 600,000 tonnellate a 750,000 mila tonnellate senza nessuna valutazione di impatto preventiva“.
Si prevedono altre iniziative legali?
“Ci stiamo lavorando, ma al momento non posso dire di più“.
Nel salutarci le chiedo un ultimo pensiero su tutto questo percorso.
“Non posso nascondere l’emozione di pensare che tutto ciò è stato possibile grazie alla caparbietà di un pugno di cittadini che non si sono arresi dinnanzi allo strapotere delle lobbies incenitoriste“.