Napoli. Proseguono incessanti le indagini sul rogo, di chiara natura dolosa, che ha colpito l’archivio della Motorizzazione sono qualche giorno fa. Le attività, coordinate dalla Procura di Napoli, sono state affidate al nucleo investigativo della compagnia di Napoli-Poggioreale competente territorialmente. Ovviamente al momento vige il massimo riserbo investigativo.
Cosa non ha funzionato?
Al momento sembra assodato che qualcosa nei sistemi di sicurezza non abbia funzionato. Inoltre non è entrato in funzione neanche l’allarme antincendio, di cui dovrebbe essere dotato l’archivio, secondo il piano di sicurezza dell’importante ufficio pubblico.
Secondo quanto emerge l’incendio sarebbe scoppiato di notte e non sembrano esserci segni di effrazione o scasso. Probabilmente chi è entrato era dotato di una chiave bulgara, ma resta il mistero di come sia arrivato sino all’archivio. Una volta dentro poi, far propagare l’incendio è stato semplice.
Cosa è bruciato?
All’interno dell’archivio erano conservate le pratiche presentate nel corso degli anni dalle agenzie abilitate al trattamento delle formalità telematiche attraverso lo sportello dell’automobilista, meglio noto come ufficio STA.
In quegli atti, oltre alla documentazione in copia dei veicoli, vi erano allegati i versamenti di conto corrente postale, che fino a qualche tempo fa erano controllati manualmente dagli addetti incaricati.
Il retroscena
Così come riporta il quotidiano “ilRoma”, alcuni degli addetti diversi mesi fa sono stati spostati d’ufficio dopo vari controlli interni, nel corso dei quali sarebbero – il condizionale è d’obbligo – state riscontrate irregolarità di natura amministrativa (successivamente tutte sanate – secondo le solite fonti non ufficiali).
Ovviamente, almeno per il momento questa è solo un’ipotesi, che non trova i necessari riscontri e difficilmente sarà verificata, considerato che molte di quelle formalità sospette sono andate distrutte dal fuoco.