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La proposta di Montesarchio: “Liliana Segre cittadina onoraria di Acerra”

acerra segre montesarchio

Concedere la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre“: questa la proposta inviata al sindaco e alla giunta di Acerra da parte della consigliera comunale e capogruppo del PD Paola Montesarchio. L’ex candidata a sindaco ha inviato negli scorsi giorni la sua richiesta, ritenendo che “Liliana Segre rappresenti una delle figure più nobili della Nazione, segnata dal portare in sé la memoria della tragedia della Shoah e il senso della vita come sopravvivenza dell’umano e come scelta etica, vero e proprio sismografo per cogliere pericoli e opportunità per tutta l’umanità“. Una proposta avvallata anche dalla storia di Acerra, città che vanta la “Medaglia d’Oro al Merito Civile” per aver resistito all’esercito fascista.

Un punto di partenza

La richiesta concessione della cittadinanza onoraria alla senatrice Segre, arriva dopo i fatti che l’hanno visto protagonista involontaria di un’ondata di odio e razzismo, tanto da dover essere protetta con la scorta. Questo però è solo il punto di partenza della consigliera Montesarchio che vorrebbe dar vita ad una serie di azioni e iniziative volte in particolari a più giovani, così da sensibilizzare le loro coscienze su degli eventi più atroci e che hanno segnato per sempre la storia dell’umanità. Tra le richieste c’è infatti quella di aderire alla Rete delle città per la memoria, contro l’odio e il razzismo anche attraverso la partecipare alla manifestazione organizzata a Milano il prossimo 10 Dicembre e l’assegnazione di borse di studio per studenti dell’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado, volte a favorire la partecipazione dei giovani allievi al “treno della memoria”.

La petizione popolare

in contemporanea è partita anche una petizione popolare organizzata da un gruppo di cittadini, associazioni ed ente proprio per richiedere la concessione della cittadinanza onoraria alla senatrice. “Ho letto che è stata presentata ed è in corso una petizione per far sì che la senatrice Segre ottenga la cittadinanza onoraria da parte della nostra città. Naturalmente la sottoscrivo e voglio precisare che la mia proposta e la petizione non sono azioni alternative, ma bensì complementari. Sono azioni che partono dalla città e dai cittadini e che quindi si rafforzano l’una con l’altra”: questa la dichiarazione della consigliere Montesarchio.

Chi è Liliana Segre

La senatrice Segre nasce a Milano nel 1930. A soli 8 anni fu vittima delle leggi razziali fasciste, costretta ad abbandonare la scuola e a fuggire dalla “caccia all’ebreo”. A 13 anni, mentre tentava di scappare in Svizzera, fu cattura dai gendarmi del canton Ticino e rispedita in Italia, dove il giorno successivo, fu tratta in arresto a Selvetta di Viggiù, Varese. Dopo sei giorni di carcere venne trasferita prima a Como e alla fine nel carcere di San Vittore a Milano, in quel Quinto raggio che il fascismo aveva destinato agli ebrei e dove rimase detenuta per 40 giorni. Il 30 Gennaio 1944 venne deportata con il padre in Germania, partendo dal ‘Binario 21’ della Stazione Centrale di Milano e dopo una breve sosta nel campo di transito di Fossoli arrivò al campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz il 6 febbraio e fu internata nella sezione femminile. Non rivedrà mai più il padre, che morirà ad Auschwitz il 27 aprile 1944. Anche i suoi nonni paterni, arrestati a Inverigo, Como, il 18 maggio 1944, furono deportati ad Auschwitz, dove furono uccisi il giorno stesso del loro arrivo, il 30 giugno dello stesso anno. Alla selezione, le venne imposto e tatuato sull’avambraccio il numero di matricola 75190. Il 27 gennaio 1945, sgomberato il campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz per sfuggire all’avanzata dell’Armata Rossa, i nazisti trasferirono 56.000 prigionieri, tra cui anche Liliana Segre, a piedi, attraverso la Polonia, in un viaggio della morte verso la Germania. La Segre, non ancora 15enne, fu condotta nel campo femminile di Ravensbrück e in seguito trasferita nel sotto campo di Malchow, nel nord della Germania. Fu liberata il 1° maggio 1945, dopo l’occupazione del campo di Malchow da parte dell’Armata rossa. Tornò a Milano nell’agosto 1945.

 

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