Attualità Cronaca

Acerra. Minacce al giornalista Nino Pannella: “Te schiatt’ à capa”

Acerra. Si presenta sotto casa del giornalista Nino Pannella e senza troppi giri di parole lo minaccia: “Non mi devi mettere sul giornale, io «Te schiatt’ à capa»“. Questa una delle frasi rivolte al giornalista da un anziano pregiudicato, secondo cui il giornalista era colpevole di averlo nominato (sottolineiamo, solo nominato) in un recente articolo apparso sul quotidiano “Roma” inerente all’omicidio di Pasquale Tortora, detto “o’ stagnar”.

Il fatto si è verificato alcuni giorni fa, in piena mattina. L’uomo è giunto a bordo della sua bicicletta, ha atteso che Pannella parcheggiasse la sua auto, e poi gli è andato incontro con fare aggressivo e inveendogli frasi minacciose tra cui il “ti schiatto la testa”. L’episodio è avvenuto dinanzi ad alcune persone che però hanno preferito voltare lo sguardo, evitando di assumersi responsabilità.

Il racconto di Nino Pannella

Sono molto preoccupato per questo ennesimo ed preoccupante episodio che mi vede protagonista. Da tempo mi rendo conto che non esiste più la libertà di stampa. Ero rientrato a casa, avevano parcheggiato ma mia auto, quando noto che l’uomo che poi mi ha minacciato senza tanti complimenti, entrare all’interno del mio stabile a bordo della sua bicicletta. Non temendo nulla, visto che conosco il soggetto da almeno un trentennio, mi avvicino salutandolo, chiedendogli cosa volesse. A questo punto il personaggio, nel frattempo sceso dalla bicicletta, inizia ad inveirmi contro, gridandomi frasi sconnesse, mettendomi le mani al petto e colpendomi due volte allo sterno, all’altezza delle ferite di una vecchia operazione. «Tu non mi devi mettere sul giornale, te schiatt’ à capa, l’hai la capito o no. Ti schiatto la testa».

Resomi conto che la situazione sarebbe presto degenerata, che ogni scenario era praticamente imprevedibile e tenuto conto che qualcuno che stava fuori, dopo aver assistito alla scena aveva preferito allontanarsi fingendo di non sentire né vedere, mi allontanavo cercando di entrare nel mio ufficio. L’uomo continuava a seguirmi, senza preoccuparsi di nulla, anzi facendosi sempre più aggressivo, sotto gli occhi di due persone, che fingendo di non interessarsi di quanto stavano accadendo, guardavano nel vuoto. Insomma la solita cosa, mettere la testa sotto la sabbia per evitare future complicazioni. Soprattutto con soggetti potenzialmente “pericolosi”, che hanno sempre potuto fare tutto quello che hanno voluto nella loro vita, grazie al silenzio assordante delle gente abituata sempre a  piegare la testa”.

La denuncia

L’episodio, purtroppo non il primo nella lunga carriera di Nino Pannella, è stato denunciato alle Forze dell’Ordine.

 

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