Quasi cento contagi in soli due giorni e una situazione che inizia a diventare molto più che seria, non a caso da più parti si inizia parlare di zona rossa per la città di Acerra. Ma è un’ipotesi vera? È possibile che la Regione Campania e il presidente De Luca possano decretare un lockdown localizzato in città?
L’analisi per Acerra
Partiamo da un presupposto, ovvero che non esistono dei limiti prefissati da superare per decretare lo stato di Zona Rossa, ma nonostante questo possiamo fare un confronto con le ultime due città per cui è stata decretata la Zona Rossa, ovvero Orta di Atella e Marcianise.
Per queste due città è stata analizzata la crescita di casi nelle ultime tre settimane, ovvero a partire dal 2 Ottobre, e l’incidenza di casi rispetto al numero totale di abitanti. Per Orta di Atella si tratta di una crescita dell’800% (25 casi il 2 Ottobre e 200 oggi) e una incidenza del 7,32 per mille abitanti, ovvero più di sette casi positivi ogni mille abitanti. A Marcianise, invece, c’è stata una crescita del 448% in tre settimane (52 positivi il 2 Ottobre e 233 oggi).
Acerra: quadruplicati i casi in tre settimane
Vediamo ora la situazione di Acerra. Il 2 Ottobre i dati del comune, che purtroppo sono abbastanza discontinui, registravano 71 casi, tra cui anche il primo cittadino Raffaele Lettieri. Oggi invece, i casi sono 299. Una crescita superiore al 400%. L’incidenza per numero di abitanti è invece poco meno del 5%. In pratica ogni 1000 abitanti ci sono 5 positivi. Sono numeri che, come detto, creano preoccupazione, anche se il dato più evidente e critico è il trend di crescita. Se i numeri dati dal comune sono effettivamente veri, si tratta di una crescita di ben 87 casi in sole 48 ore, ci cui 51 solo nelle ultime 24 ore. E se questa situazione dovesse proseguire ben presto diventerebbe effettivamente grave, e difficilmente i vertici della Regione non ne prenderanno atto.
Le conseguenze
Ma cosa significa diventare Zona Rossa? Si tratterebbe in pratica di un lockdown localizzato. In sostanza i residenti non potranno lasciare il territorio comunale, e i non residenti non potranno entrare. Chiuderebbero tutte le attività di ristorazione, come bar, pizzerie e pasticcerie, anche se potrebbero continuare a lavorare con consegna a domicilio. Sarebbe prevista la chiusura di tutte le attività commerciali ritenute non indispensabili. Tra quest’ultime ci sono sicuramente quelle alimentari, farmacie, edicole e tabaccai.
Ma è davvero possibile?
Parlando con la massima franchezza, se la situazione dovesse aggravarsi De Luca potrebbe realmente prendere in esame questa soluzione. Le dimensioni della città di Acerra, oltre al fatto che è confinante con tanti comuni, e che ci sono diversi sbocchi autostradali e strade secondarie per uscire da confini, potrebbero però far riflettere due volte su questa ipotesi. Arzano ad esempio è grande solo 4 km quadrati, Orta di Atella poco più di 10 e Marcianise 30. Acerra, invece ha una estensione territoriale di 54 km quadrati. Predisporre posti di blocco in ogni strada che porta poi ad un’altra città significherebbe impiegare un numero enorme di personale di polizia e militare. E al contempo non sembra che ci siano attualmente controlli in città, almeno dal punto di vista della prevenzione al Covid e agli assembramenti.
Le prossime ore potrebbero essere decisive, e bisognerà valutare se l’incremento dei dati riguardanti i cittadini acerrani positivi siano ancora così preoccupanti.