Mentre a Roma continuano le discussioni per la guida del paese, in provincia di Napoli la situazione all’interno del movimento continua ad essere incandescente. A tenere banco è soprattutto la situazione riguardante il ruolo di consigliere della Città Metropolitana. Il neo eletto, Francesco Capasso, consigliere comunale a Marigliano è infatti andato a sostituire lo storico consigliere di San Giorgio a Cremano, Danilo Cascone. Ma secondo una parte degli attuali portavoce in provincia, il vero sostituto non era Capasso ma bensì il consigliere di Giugliano, Vincenzo Risso.
Perché Risso e non Capasso?
In tanti adesso si staranno chiedendo perché doveva essere Risso, sempre secondo una buona parte dei consiglieri? Nasce tutto dalla questione del voto ponderato, con cui si vota alla Città Metropolitana. Le città più grandi hanno infatti più peso nel voto. Un sistema che favorisce città come Napoli e Giugliano. Bene, i grillini decidono allora di andare oltre questa regola e fanno una loro votazione personale. L’esito stabilisce che il primo eletto doveva essere Cascone, e il secondo Risso. In realtà tra questi due spuntano Capasso e Cozzolino (comune di Ercolano).
Cosa è successo?
Difficile da dire, qualche voto dato per errore o qualche furbata, per essere in pole position? In realtà il problema non sussiste, anche perché il Movimento ottiene una sola poltrona che viene assegnata al prescelto Cascone. Tutto ok allora? No, perché Cascone per motivi personali si dimette da consigliere di San Giorgio e di conseguenza decade da consigliere della Città Metropolitana. Di conseguenza si va alla sostituzione, presupponendo che sia Cozzolino che Capasso presentino le loro dimissioni per far entrare Risso. E invece no, Capasso non dice niente, anzi festeggia sui social con l’appoggio anche di consiglieri Regionali del Movimento, tra cui Luigi Cirillo.
E i vertici?
A questo punto ben 17 portavoce locali affermano con un loro comunicato che, nonostante una nuova votazione interna, Risso è comunque il portavoce alla città metropolitana. Ma niente da fare, nulla si muove. Neanche i vertici regionali e nazionali si esprimono. “Meglio far andare tutto in sordina, abbiamo cose più importanti a cui pensare”. Forse avranno pensato questo i senatori e i deputati eletti, o anche i consiglieri regionali.
Gli sviluppi
Adesso però arriva un nuovo comunicato dei consiglieri che non accettano Capasso quale loro rappresentante:
“I portavoce comunali del m5s di Napoli e Provincia stigmatizzano l’operato del Consigliere di Marigliano, Francesco Capasso, che ad oggi occupa lo scranno anche in Città Metropolitana. La recente approvazione in aula, durante la seduta di Consiglio metropolitano del 18 Aprile scorso, sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio ha visto il voto della maggioranza a guida DeMa, sostenuta da PD e FI, ma a sorpresa anche di quello del M5S rappresentato dallo stesso Capasso. Si tratta di un inequivocabile segnale politico in contraddizione con le dinamiche che hanno sempre osservato i portavoce del MoVimento. Un segnale inspiegabile a sostegno dell’Amministrazione De Magistris da noi sempre osteggiata grazie al solco tracciato dal precedente portavoce m5s Danilo Cascone, unico a rifiutare la partecipazione all’accordo “politico-istituzionale”. Il Consigliere Capasso inoltre non si é presentato alla seduta di Consiglio metropolitano tenutasi il 7 Maggio scorso con ad oggetto l’approvazione del bilancio previsionale e del Dup. Tale assenza conferma le voci di stampa (peraltro mai smentite ufficialmente) e alimenta le indiscrezioni rispetto ad un suo coinvolgimento nella maggioranza presso l’Ente di Piazza Matteotti”.
Dimissioni
Il comunicato poi prosegue facendosi sempre più duro:
“Ricordando che fino al 4 marzo il M5S era l’unica forza politica ad opporsi all’accozzaglia generatasi in Città Metropolitana, i portavoce del M5S della Provincia, non riconoscendosi nell’azione del Consigliere Capasso, lo invitano a rassegnare le dimissioni. L’ attività del Consigliere Capasso lascia interdetti tutti coloro che credono nel MoVimento e lo rappresentano con coerenza e fedeltà ai principi che ci vedono contrapposti alla partitocrazia. I firmatari confermano di non riconoscere il Capasso come loro portavoce e continueranno ad impegnarsi non per i ruoli ma per le priorità dei cittadini.”