Un post su Facebook per annunciare ben 4 querele nei confronti di Di Maio, candidato premier del Movimento 5 Stelle. Il porta la firma del governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Due querele depositate per diffamazione al Tribunale di Napoli e altre due ai tribunali di Napoli Nord e Genova per lo stesso motivo.
Il post
“Oggi l’Italia sarà percorsa da un’onda di ammirato stupore. Luigi Di Maio annuncia, nel numero beneaugurante di 17, i ministri ombra, del Governo ombra, del Presidente ombra. Da parte nostra, invece, un’iniziativa di luce.
Come annunciato, abbiamo firmato 4 querele per diffamazione nei confronti dell’on. Luigi Di Maio (due già depositate questa mattina al Tribunale di Napoli, altre due ai tribunali di Napoli Nord e Genova).
Rivolgo all’on. Di Maio l’invito a formalizzare la sua rinuncia all’immunità parlamentare e ai privilegi della Casta. Così come gli rinnovo l’invito, ancora in queste ore, ad un confronto pubblico dove e come vuole.
Si sta raccogliendo inoltre tutta la documentazione relativa ad articoli di stampa e dichiarazioni pubbliche, per procedere sul piano penale e civile, contro tutti coloro che in modo diretto o indiretto, hanno fatto affermazioni diffamatorie nei nostri confronti. Andremo avanti con determinazione in una operazione verità, fino all’individuazione dei mandanti di una campagna di aggressione politico-mediatica che aveva il solo obiettivo di condizionare le elezioni politiche e di distrarre l’opinione pubblica dalle questioni vere. Operazione per la quale non si è esitato a ingaggiare perfino camorristi.
Rispetto per l’informazione libera e coraggiosa. Fiducia piena nella Magistratura.”
La stoccata ai consiglieri regionale del Movimento
“In relazione poi a una delle tante magie proposte dal “giovane favoloso” (dimezzamento dello stipendio dei parlamentari con 5 anni di ritardo, e senza citare numeri) informiamo il popolo che nella regione dello statista, la Campania, è in vigore da un anno una legge che consente a tutti i consiglieri regionali di rinunciare, in tutto o in parte, al proprio stipendio a favore del fondo per le Politiche sociali. Nessuno dei consiglieri 5 Stelle ha rinunciato a un euro. Prosit”