Ormai nonostante i tentativi e le azioni messe in campo dagli operai del gruppo “La Doria”, che lavorano presso l’impianto di Acerra, le speranze sembrano ridursi giorno dopo giorno: a settembre si chiude. L’azienda infatti, nonostante gli utili registrati nel corso degli anni, ha deciso di investire nel sito di Parma, decidendo di chiudere nel frattempo la struttura di Acerra. Vani, almeno per ora, anche i tentativi messi in campo dalle amministrazione regionali e comunali.
Il futuro dei lavoratori
Naturalmente nessuno dovrebbe perdere il proprio posto di lavoro, anche se il rischio è che si possa essere dirottati in strutture lontane da Acerra. Il gruppo societario infatti possiede altri impianto a Fisciano, Angri e Sarno in Campania, oltre che Lavello, Faenza e naturalmente Parma. Anche per questo motivo il ruolo dei rappresentanti sindacali è al momento molto importante e delicato, visto che bisogna garantire la miglior soluzione per tutti gli operai.
Queste le parole di Giovanni Mariniello, rappresentante sindacale per la UILA (Unione Italiana Lavoratori Agroalimentari): “Vogliamo che l’azienda faccia una trattativa a 360°, qualunque sia la soluzione. Sia per chi vuole andare a Parma o per chi vuole restare in Campania. È necessario farlo ora, prima della chiusura definitiva perché non deve accadere che qualcuno venga poi costretto ad accettare destinazioni complicate, magari a causa dell’età, della famiglia, o di problemi di salute. Nessuno deve restare indietro. Dobbiamo fare un unico accordo completo, che comprenda tutti e che permetta a tutti di conoscere le condizioni”
I lavoratori, una volta saputo della chiusura, manifestarono in strada bloccando l’incrocio tra Maddaloni e Cancello.