Ad Acerra l’aria è praticamente illegale: gli sforamenti rilevati dall’Arpac (Agenzia Regionale Protezione Ambiente Campania), registrano infatti sforamenti, in relazione al Pm10, ben oltre la norma consentita dalla legge. Anche se non sembra essere un problema, visto che in città nulla si muove. Nel frattempo però il WWF (World Wildlife Fund), la più grande e importante organizzazione internazionale non governativa di protezione ambientale, invia una lettera al Comune per capire cosa si sta facendo.
Cos’è il PM10 e quali danni provoca
Con la sigla PM10 si identifica il particolato, ossia il diverso tipo di materiale che vaga nell’atmosfera in forma di particelle microscopiche, dal diametro uguale o inferiore a 10 µm. In pratica, il PM10 si disperde nell’atmosfera e viene inspirato dall’uomo, con ripercussioni che a lungo andare possono provocare patologie molto gravi.
L’Arpac indica che quanto più è alta la concentrazione di particelle nell’aria tanto maggiore è l’effetto sulla salute della popolazione. Diversi studi hanno affermato che l’esposizione acuta a particelle in sospensione contenenti metalli (come le particelle derivanti dai combustibili fossili usati come carburanti) possono causare un vasto spettro di risposte infiammatorie nelle vie respiratorie e nel sistema cardiovascolare (come il danneggiamento cellulare e l’aumento della permeabilità cellulare), verosimilmente in relazione alle loro componenti metalliche. Nelle persone sensibili, la situazione è anche più grave. Per gli asmatici, ad esempio, si può temere un peggioramento della respirazione e lo scatenamento di diversi sintomi (es. tosse o attacchi d’asma), nonché un’alterazione dei meccanismi di regolazione del cuore e della coagulazione del sangue.
Secondo uno studio firmato da Legambiente, le fonti di PM10 sono varie. Tra le più incisive troviamo:
- Trasporto su strada: auto e ciclomotori
- Impianti di combustione industriali
- Inceneritori urbani ed industriali
Il WWF
Vi alleghiamo quindi la lettera inviata al sindaco di Acerra e all’assessore all’ambiente lo scorso 19 aprile:
“Egregi,
Vi comunico che gli ultimi dati di monitoraggio dell’ARPAC hanno evidenziato una situazione critica della qualità dell’aria del Vs. Comune in relazione al PM10. I dati di fine 2017 hanno evidenziato N°63 superamenti, mentre i dati più recenti del 16 Aprile 2018 (data di invio della lettera) hanno evidenziato che la situazione è altrettanto critica, con N°41superamenti. (aggiornati alla data di invio della missiva)
Faccio presente che,
- il limite fissato dalla normativa europea è pari ad un massimo di 35 superamenti l’anno; – è in corso una procedura di infrazione sia per i PM10 che per gli NO2;
- questa volta, le multe potrebbero essere molto più ingenti per non parlare della media di morti causate dall’inquinamento che vede l’Italia ben oltre la media europea;
Avendo il WWF l’obiettivo primario di tutelare l’ambiente e la salute che ne consegue, chiedo di fornirmi copia non dichiarata conforme all’originale (ai fini dell’imposta sul bollo) di eventuali documentazioni attestanti provvedimenti che la Vs. amministrazione intende prendere per ovviare a queste gravi problematiche (L. 241/90 modificata e integrata dalla L. 15/2005 – e recenti modifiche in tema di trasparenza “Approvazione del FOIA”).
In attesa di un Vs. sollecito riscontro, invio cordiali saluti.”
In pratica si chiede se e quali soluzioni siano state messe in campo per affrontare una questione decisamente grave, che riguarda la salute di tutti i cittadini acerrani.
Al momento non sembrano esserci stati risvolti, nessuna risposta sembra essere stata inviata al momento, ma è bene specificare che in virtù della riforma del FOIA (Freedom of Information Act) l’ente ha tempo fino a 30 giorni per dare una risposta.
I dati
Innanzitutto è bene sottolineare una cosa: secondo la legge in relazione al Pm 10, il valore medio giornaliero 50 µg/m³ non può essere superato più di 35 volte nell’arco dell’anno. Ad Acerra ci sono due centraline, una nella zona industriale e una nei pressi della scuola Caporale: entrambe sono oltre la soglia consentita. La prima, alla data del 26 aprile, registra 39 sforamenti, mentre la seconda ben 42. Dati più che allarmanti, se si considera che siamo a quasi un terzo dell’anno. Ciò che preoccupa anche di più è il trend negativo: rispetto allo stesso dato infatti, gli sforamenti sono quasi aumentati in maniera drastica. La scuola Caporale alla data del 26 Aprile 2017, registrava 27 sforamenti: oggi sono, come precedentemente detto, ben 42. Per quanto riguarda la zona industriale siamo quasi ben oltre il doppio: 15 nel 2017 e 39 ad oggi.
Cosa si è fatto e cosa si sta facendo?
La risposta sembra molto semplice: niente. Nessuna iniziativa per contrastare il traffico o le aziende, né per i riscaldamenti. In pratica niente di niente. Si ma almeno se ne sta discutendo? Forse in forma privata, visto che in via istituzionale non sembra. In consiglio comunale l’argomento nel corso di quest’anno non è mai stato trattato (in realtà non si sono mai fatti consigli comunali nel 2018). Si ma, direte voi: almeno nelle famose commissioni se ne sta parlando? In realtà la commissione ambiente, prima di oggi (e non c’erano gli sforamenti all’ordine del giorno) si è riunita solo una volta, il 22 gennaio proprio per parlare di polvere sottili. Oltre tre mesi, e da quel momento neanche una riunione, neanche una parola, come se la situazione fosse splendida. Tutto questo in una città in cui la questione ambientale dovrebbe essere trattata quasi quotidianamente.
Nelle scorse settimane avevamo già analizzato i dati, che anche allora non erano certamente positivi.