Le frasi shock sono state pronunciate dai lavoratori del Consorzio Unico di Bacino di Acerra. Il timore è che al prossimo presidio i dipendenti, disperati, possano compiere gesti estremi.
“Abbiamo lottato, ci abbiamo provato fino alla fine. Ormai siamo morti dalla fame. Perciò se ci vogliono vedere morti li accontenteremo, ma lo faremo a modo nostro. La colpa è della politica che ci ha ignorato fino alla fine, anche quando uno di noi era sulla gru e non gli hanno dato né acqua né pane” : questo il pensiero dei lavoratori del Consorzio Unico di Bacino di Acerra. Di loro è stato scritto tanto. La settimana scorsa chiesero il commissariamento dei comuni che impedivano il funzionamento dell’ATO.
I dipendenti di Acerra hanno messo in atto diverse proteste, dall’occupazione del sagrato della cattedrale acerrana all’occupazione della gru in piazzale Renella, per arrivare poi a quella al Centro Direzionale di Napoli, dove Giovanni D’Errico è rimasto oltre 2 giorni a 30 metri di altezza. In partenza ci dovrebbe essere un piano straordinario di lavoro, ma una data certa ancora non c’è.
I sindacati
Dalle parole di Giovanni e dei colleghi trapela ormai stanchezza per una condizione di vita che li ha messi a dura prova. Il gruppo di Acerra ne ha anche per i sindacati, colpevoli di non aver saputo raccogliere le istanze dei lavoratori: “Non rappresentano più nessuno. Non vedono più i lavoratori in piazza da diverso tempo, perché i lavoratori stanno morendo in casa, tra fame, depressione, umiliazione e suicidi” .
L’appuntamento
Visto che del piano straordinario ancora non si conoscono i tempi, e che dei soldi in arretrato non vi è neanche l’ombra, il gruppo di Acerra ha dato un nuovo appuntamento dove, viste le parole pronunciate dai dipendenti, si prevede una protesta shock. L’incontro è previsto venerdì, 18 maggio, a Santa Lucia a Napoli, presso gli uffici della Regione Campania, alle 10:30.