Maxi incendio S.Vitaliano. Medici per l’Ambiente: “Sconcertati e indignati per i dati dell’Arpac”

 

Il maxi rogo di San Vitaliano, anche dopo il suo spegnimento continua a far discutere. In particolare sotto la lente d’ingrandimento ci sono i dati dell’Arpac, che nel corso degli ultimi giorni hanno registrato tutti valori nella norma. Si potrebbe quasi dire che a San Vitaliano (dove dall’inizio dell’anno si sono registrati oltre 70 sforamenti di PM10), la situazione dopo l’incendio sia migliorata. Non a caso in tantissimi, tra cittadini e associazioni, sono rimasti basiti.

Anche l’ISDE, l’associazione dei Medici per l’Ambiente, non è particolarmente convinta di questi dati e lo rende noto il presidente della sub sezione “Nola-Acerra”, dottor Gennaro Esposito.

 

Dottore, quel maxi rogo è pericoloso?

“Le foto e i video bastano per poter definire il rogo come pericoloso. Il colore nero del fumo e della nube, che per circa due giorni ha stagnato sui cieli dell’area nolana, significa che sicuramente sono stati interessati combusti pericolosi”.

L’Arpac ha però registrato valori nella norma

Siamo offesi ed indignati per quello che ha scritto l’Arpac. Siamo sconcertati che ad una prima analisi i valori dell’Arpac siano entro i limiti. Questa è una cosa che ci fa riflettere e ci fa anche promotori di una proposta. Esortare le autorità a rendere trasparenti gli enti che dovrebbero controllare il territorio, e tra questi c’è anche l’Arpac. Il nostro è un messaggio chiaro, noi vogliamo che gli organi non siano controllori e controllati allo stesso tempo. Vogliamo che chi deve studiare l’ambiente, sia in questi casi ma anche per le polveri sottili, e per la qualità delle acque, debba essere un ente terzo. Un ente che abbia massima autorevolezza e trasparenza, che sforni dati realistici e non superficiali, così come successo con le centraline.

Ora quali devono essere le prossime mosse?

“Le istituzioni devono fare analisi approfondite dell’area e dei terreni intorno all’incendio, ma noi proponiamo come ISDE una mobilitazione dei cittadini, così come anche un esposto, una volta valutato il danno. Un esposto con una perizia giurata per far coincidere i dati, così da poter valutare in maniera scientifica. Noi chiediamo quindi che l’Arpac diventi autonomo e che non dipenda più dalla Regione: non ci fidiamo più dell’Arpac. Ma questo è un sentimento generale di tutti i cittadini. Una cosa è fare informazione e una fare allarmismo, se esiste ancora un pericolo è giusto che i sindaci emanino e prolunghino ancora l’ordinanza. Un’altra è negare gli effetti pericolosi, che dovranno essere valutati nel medio e nel lungo tempo”.

Il dottor Esposito ha annunciato poi una serie di iniziative (che saranno approfondite nei prossimi giorni), volte naturalmente alla tutela della salute e dell’ambiente. Tra queste anche un tavolo istituzionale che parli soprattutto di Arpac, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

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