Acerra. Maxi rissa sul corso Italia e l’indignazione che non c’è

Foto di repertorio

 

Questa notte intorno all’una un nutrito gruppo di ragazzi si è azzuffato all’esterno di una nota attività sita sul Corso Italia. A quanto sembra tra le cause ci sono le solite cose: “Stai guaddann?”, “Nun saj chi song ij e a chi appatteng” etc etc. Un formulario di frasi fatte che ormai, anche se solo per scherzo e divertimento, fanno parte del nostro vocabolario. Ora non è che sia successo chissà che, una rissa tra ragazzini senza feriti è qualcosa che nel week end si può registrare nella categoria degli avvenimenti normali. Fatto sta però che le attività acerrane, soprattutto quelle che dovrebbero vivere di sera e nel week end, risentono di avvenimenti del genere, perché non si fa altro che allontanare i cittadini dal proprio territorio, spingendoli verso altre mete vicine, vedi Pomigliano, Fratta e Nola. Nulla di male se per un sera si vuole andare in un posto differente, ma ad Acerra da diversi anni c’è un vero e proprio esodo. Ogni sera migliaia di ragazzi e ragazze prendono l’auto e vanno fuori Acerra, e con essi vanno via anche i loro soldi.  Che magari rientrano nelle tasche di acerrani che hanno investito fuori. Cioè ricapitolando, gli acerrani portano soldi agli acerrani però fuori Acerra. Ma perchè, io mi chiedo perchè?

Di certo ci vorrebbe una politica che pensasse a investire sul lungo tempo, che possa magari evitare una tre giorni di spettacoli da 200 mila euro, impegnandosi in un palinsesto di 40 eventi da 5 mila euro  ognuno, dislocandoli su tutto il territorio. Ci vorrebbe sicurezza, assolutamente. Acerra ha storia, cultura, tradizioni e secondo è anche bella come città, ma le manca tanto sotto tanti punti di vista.

Tra questi manca anche l’indignazione verso i propri concittadini. La stessa indignazione riservata ad un ragazzo nigeriano che in preda all’alcool ha distrutto decine di auto: ha sbagliato e deve pagare. A lui sono state riservate centinaia di post sui social, spesso anche molto forti, violenti e cattivi: “dovevi morire sul barcone, ti attaccherei ad una corda etc etc” (giusto per capire di cosa stiamo parlando). Invece per questi teppistelli? Questi teppistelli che rovinano le attività acerrane, costringendole alla morte, questi teppistelli che “costringono” migliaia di giovani a dover portare i loro soldi fuori da Acerra e che ti impediscono di fare una passeggiata. Loro possono stare ad Acerra solo perché hanno la pelle bianca o perchè “sonn cerran“? A questo punto credo che ci sia qualcosa che non va: non sono assolutamente contro chi ha protestato nel caso del danneggiamento, ma sono contro coloro che lo hanno fatto solo in quel caso. Nero, bianco, giallo, verde o fucsia non fa differenza: l’indignazione dovrebbe essere uguale per tutti, e anzi forse dovrebbe essere maggiore per gli acerrani, che questa città dovrebbero amarla, difenderla e proteggerla.

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