Potevano uccidere la loro vittima , vista l’efferata violenza utilizzata. Lo hanno prima bloccato, poi picchiato a mani nunde e non contenti hanno utilizzato anche un martello e un tirapugni. Tutto ciò per derubarlo del denaro che aveva con sé. Il terbbile episodio è avvenuto in provincia di Napoli, ad Afragola. Per fortuna gli agenti del locale commissariato sono riusciti a fermare e arrestati i presunti colpevoli, tutti giovanissimi, tra cui uno minorenne: il 18enne P.L., il 20enne P.A., Il 18enne N.A. ed il minore N.P., tutti del posto.
La rapina
I quattro, a quanto sembra, avevano tentato di rapinare un 33enne sul territorio afragolese. Quest’ultimo dopo essere stato aggredito è riuscito comunque ad allertare le forze dell’ordine. Gli agenti una volta giunti sul posto hanno trovato la vittima con il volto tumefatto e diverse ferite alla testa. Questi ha raccontato che il fatto è avvenuto poco dopo mezzanotte, mentre rientrava a casa. L’aggressione era stata compiuta da quattro persone che lui conosceva, che lo hanno prima bloccato e poi colpito ripetutamente, inizialmente a mani nude e poi con un martello ed un tirapugni. L’obiettivo erano i soldi che aveva con sé (470 euro). Una volta caduto a terra gli hanno anche portato via il giubbino che indossava.
Il riconoscimento
Proprio mentre gli agenti si trovavano sul posto dell’aggressione, la vittima ha riconosciuto a bordo di un’auto tre degli aggressori. I poliziotti immediatamente si sono messi all’inseguimento dell’auto, da cui durante la fuga sono stati lanciati via un martello ed un tirapugni (probabilmente gli stessi utilizzati durante la rapina), recuperati dagli agenti. I tre sono stati portato in commissariato dove la vittima ha confermato nuovamente di averli riconosciuti.
Gli altri due
Al commissariato sono giunti poi parenti e amici dei fermati. Tra questi vi erano due persone con gli abiti macchiati di sangue, che una volta individuati dai poliziotti vengono a loro volta riconosciuti dalla vittima come membri del gruppo di ladri e di conseguenza arrestati.
Il tentativo di difesa
Uno dei familiari giunti sul posto ha provato a fornire un alibi al parente, affermando di essere stata a sua volta vittima di uno sconosciuto e che quel sangue sugli abiti appartenesse a lei. L’unico risultato raggiunto però dalla donna è stato quello di rimediare una denuncia per favoreggiamento.
I maggiorenni sono stati condotti presso il carcere di Poggioreale, mentre il minorenne presso il centro di prima accoglienza.