“Area nolana peggio della Val Padana”: questa la denuncia inviata dal dottor Gennaro Esposito, presidente della sub sezione provinciale dei Medici per l’Ambiente “Nola-Acerra”, ai sindaci dell’area nolana, al direttore dell’Arpac, al sindaco de Magistris, e ai comandanti della Polizia Provinciale di Napoli e Nola. Il documento nasce dagli ultimi sforamenti registrati dalle centraline Arpac, che monitorano la qualità dell’aria. A San Vitaliano queste hanno registrato gli ennesimi dati allarmanti. Abbiamo quindi sentito il dottor Esposito per cercare di capirne di più.
Perché il paragone con la Pianura Padana?
«La mancanza di venti nell’aria nolana fa si che lo smog stazioni per giorni sul nostro territorio, non permettendo lo smaltimento attraverso l’alto del golfo di Napoli o attraverso i valloni di Valle di Lauro, e quindi si crea come in Val Padana una cappa di smog che non ha sbocchi. Di conseguenza le centraline sforano, riscontrando dati allarmanti. Però al nord dopo la registrazione di questi valori i sindaci bloccano immediatamente il traffico, mentre qui queste ordinanze mancano clamorosamente, se non per alcuni casi isolati. Fino a questo momento non si è fatto niente né per incentivare il verde pubblico o disincentivare l’uso della macchina. Per questo abbiamo fatto appello, speriamo che qualcuno ci risponda».
Quali sono gli interventi che possono essere messi in atto sul lungo tempo?
«Si possono attuare diversi interventi per limitare innanzitutto il rilascio delle polveri sottili, diminuendo l’utilizzo dei motori a scoppio, quindi con una regolamentazione del traffico, una Ztl ben organizzata, il divieto di utilizzo di caldaie, stufe e caminetti alimentati a biomassa legnosa (legna, cippato, pellet) inferiori alla classe 3 stelle, incentivare le auto elettriche. Poi si può utilizzare l’asfalto al titanio, l’aumento della vegetazione e delle siepi di alloro: interventi che avvengono nelle grandi città ma non nelle piccole, eppure riuscirebbero ad assorbire una parte delle polveri».
Quali sono i rischi collegati all’inquinamento atmosferico?
«Le polveri sottili entrano negli alveoli e vanno ad alterare le cellule del sangue, e non solo, avendo quindi un effetto sulla cardio-circolazione. Possono causare anche disturbi metabolici, alterazione della glicemia e tumori maligni. Oltre alle polveri sottili entrano nel corpo anche metalli pesanti legati alle polveri. Senza citare le malattie respiratorie».
Nel frattempo sono arrivate anche le prime risposte, tra cui quella del sindaco di San Vitaliano, Pasquale Raimo, che intende proseguire l’impegno con i medici e gli ambientalisti ed organizzare anche una giornata ecologica sulla 7Bis. Anche la segreteria del sindaco di Napoli e sindaco della città Metropolitana Luigi de Magistris ha dato la sua disponibilità ad organizzare una riunione con i medici, coinvolgendo anche i primi cittadini dell’area nolana.
L’impegno dei Medici per l’Ambiente è ormai un punto di riferimento per gli ambientalisti campani e anche per i Vescovi della Terra dei Fuochi (Acerra, Nola, Caserta e Aversa). Con i prelati riprenderà a breve il Tavolo dei Vescovi, che si pone come obiettivo la redazione di un Libro Bianco dell’Inquinamento, da presentare al pubblico e al governatore Vincenzo De Luca.