Viviamo nell’era della tecnologia più avanzata utilizzata per alleviare ogni tipo di fatica, passiamo gran parte della giornata seduti in ufficio o in auto e siamo tra le popolazioni più sedentarie d’Europa, eppure sono sempre più in aumento le persone che accusano un’eccessiva stanchezza e un affaticamento non proporzionale al lavoro eseguito.
Quasi sono le cause?
La stanchezza dell’italiano medio è più spesso il frutto di poco esercizio fisico che di affaticamento eccessivo. Questo spiega il motivo per cui i fisiologi sono concordi nel raccomandare un potenziamento dell’attività fisica per ottenere un maggior benessere. L’esercizio fisico regolare, praticato con continuità (che sia jogging, nuoto, ciclismo, palestra o semplici passeggiate) provoca un miglioramento del sistema energetico del muscolo e un miglioramento delle condizioni generali dell’organismo. Due condizioni che consentono di lavorare in relax e di vincere la tensione quotidiana grazie alla produzione di endorfine.
Ma come è possibile che un’attività stancante possa prevenire e contrastare la stanchezza? Sembra un paradosso ma è così.
Senza entrare nel dettaglio delle modificazioni ormonali indotte dall’esercizio che portano ad una maggiore sensazione di energia e benessere, possiamo dire che durante l’attività è normale e indispensabile uscire un po’ fuori la nostra zona comfort, se vogliamo che il movimento abbia effetto sul tono dei muscoli o sul dimagrimento. È necessario un piccolo “stimolo” rispetto alla condizione di riposo. Questo si traduce in un po’ di fiato corto e nei muscoli che bruciano per pochi istanti; niente di più.
Dopo l’attività è l’esatto contrario! Il corpo reagirà allo sforzo iniziale adattando tutti i sistemi interni per far fronte a un eventuale “stress” esterno. Questo si traduce in una sensazione di maggiore energia diffusa quando si è a riposo (ad esempio seduto in auto o in ufficio) e la capacità di stancarsi di meno se si è in movimento (quando fai le scale o stai molto tempo in piedi).
Quanto tempo è necessario per vincere la stanchezza?
Il bello è che non c’è bisogno di aspettare mesi perché già dopo i primi allenamenti i sistemi interni si saranno adattati, i muscoli saranno più tonici e pronti a resistere al movimento, il cuore e i polmoni saranno più efficienti ed il recupero sarà molto più veloce.
Attenzione al recupero
Se è vero che l’attività contrasta la stanchezza, bisogna essere attenti a non esagerare perché l’affaticamento muscolare cronico (che non è una malattia ben definita ma uno stato caratterizzato da vari sintomi e disturbi) è dietro l’angolo.
Questo succede anche e soprattutto a chi pratica sport senza regolarità e si dedica a uno sforzo al di sopra delle proprie possibilità. In questo caso è fondamentale rispettare i tempi di recupero dell’organismo che variano da persona a persona
Un occhio alla dieta
Gli alimenti costituiscono il materiale indispensabile per il lavoro muscolare, però abbuffarsi di cibo, pensando così di vincere la stanchezza, è un errore, così come è sbagliato digiunare per lunghi periodi.
A determinare la sensazione di stanchezza, infatti, partecipano anche gli organi digestivi e non è una scelta logica sovraccaricarli di lavoro nei momenti sbagliati.
Quindi, un primo provvedimento da prendere per chi soffre di una facile stanchezza è una suddivisione razionale dei pasti durante la giornata
Lo stress è complice
Insieme all’eccessiva sedentarietà, la stanchezza è sovente il frutto di stress. Le forme più subdole di astenia (dal greco stenos, che significa mancanza di forza), derivano dai conflitti e dai problemi emotivi presenti in ognuno di noi che ci opprimono quotidianamente: lavoro insoddisfacente, preoccupazioni familiari, conflitti tra sentimento e dovere, matrimonio infelice.
Trattenuti a forza dentro di noi, questi sentimenti trovano spesso una via d’uscita sotto forma di sintomi fisici e la fatica è una delle manifestazioni più comuni.
Grazie alla capacità di scaricare le tensioni emotive e lo stress, l’allenamento è quindi anche un ottimo alleato per ritrovare energia e ridurre le conseguenze fisiche (stanchezza) di condizioni emotive stressanti.
Resta in movimento
Alfonso Rea
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Avvertenze: le informazioni contenute in questo articolo non intendono sostituirsi in nessun modo al parere del medico o di altri specialisti. L’autore declina ogni responsabilità di effetti o di conseguenze risultanti dall’uso di tali informazioni, dalla loro messa in pratica e invita a consultare il proprio medico di fiducia prima di intraprendere qualsiasi forma di attività fisica o regime alimentare