Viviamo in un’epoca nella quale i ragazzi godono di ampia libertà rispetto ad alcune generazioni precedenti. Vi sono delle classi di alunni molto indisciplinate e studenti che si permettono di schernire il professore o, in alcuni casi, di assalirlo non solo verbalmente. Non mancano poi i casi dove sono gli stessi genitori degli alunni ad intervenire con minacce verbali o con aggressioni fisiche nei confronti degli insegnanti. Quest’ultimi sarebbero rei di aver comminato una semplice nota disciplinare al figlio o per aver rifilato ingiustamente (a loro parere) un’insufficienza sul registro di classe.
Tragedie sfiorate
In alcuni episodi si è addirittura sfiorato il dramma. Un mese fa, in provincia di Milano un professore è stato percosso brutalmente dallo zio di un alunno. Quest’ultimo infatti era munito di apposita delega da parte dei genitori del ragazzo, che erano contemporaneamente impegnati in un’altra scuola. I due stavano malmenando la professoressa di educazione fisica della figlia.
Cosa dice la legge?
Ebbene forse non tutti sanno che il professore, nell’esercizio delle proprie funzioni, rappresenta un pubblico ufficiale. Di conseguenza non può essere oggetto di scherno o insulti. La sentenza della Corte di Cassazione 15367/2014 ha stabilito che “proferire parole offensive contro un professore nell’esercizio delle proprie funzioni integra il reato di oltraggio a pubblico ufficiale (art. 341 bis c.p.) ed è punito con la reclusione fino a tre anni“. È bene quindi fare molta attenzione nei colloqui con i professori che, in quanto pubblici ufficiali, meritano rispetto sia da parte degli alunni che da parte dei diretti superiori.
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