Nuova polemica per Giorgia Meloni che si scaglia contro il 4.20 Hemp Fest (la Fiera Internazionale dedicata alla Canapa che si terrà a Milano nei primi giorni del mese di Maggio). La Meloni, a nome del partito da lei fondato, Fratelli d’Italia, ha chiesto al Ministero dell’Interno (guidato da Salvini) e al Comune di Milano di bloccare l’evento, visto che secondo l’onorevole “viene pubblicizzato con un messaggio devastante“. Il motivo scatenante sarebbe infatti lo slogan utilizzato dagli organizzatori: “enormi manifesti che riportano la scritta “Io non sono una droga” sotto una grande foglia di cannabis. Bisogna fermare subito questa manifestazione e bloccare questa ignobile propaganda della droga libera“.
In realtà però, in così poche righe, ci sono diversi errori che mostrano tutta l’ignoranza (in questa specifica materia) dell’onorevole Meloni.
Prima di parlarne nel dettaglio iniziamo col dire che questa non è la prima edizione ma bensì la quarta (la prima si è svolta nel 2016). Anche le precedenti sono state svolte a Milano. Questa però sembra la prima polemica contro l’Hemp Festival. Che le vicine elezioni Europee ci abbiano messo lo zampino?
Gli errori della Meloni
Partiamo da quello principale. Questo è il Festival della Canapa, non della Cannabis. Le due piante appartengono alla stessa specie vegetale (e naturalmente hanno la stessa forma, quindi quella in foto non è cannabis ma appunto canapa) ma sono differenti tra loro. La principale differenza è la quantità di tetraidrocannabinolo, ossia il THC, che poi è il cannabinoide che provoca lo “sballo” e che rende illegale la sostanza in Italia (in altri paesi europei e internazionali è legale). Se una pianta contiene oltre lo 0’2 di THC allora in Italia è illegale, se invece ne contiene meno è legale.
“Io non sono una droga”
Di conseguenza la canapa, che ha un bassissimo livello (oppure non ne ha proprio) di THC, è legale. Perfettamente legale, tanto che sempre più spesso si vedono negozi che vendono prodotti a base di Canapa ed in particolare a base di CBD, uno dei cannabionoidi presenti nella pianta che può dare un vero sostegno ad alcune patologie. Lo slogan utilizzato dagli organizzatori è quindi perfettamente giusto, e direi anche ben riuscito.
Propaganda alla droga libera?
Ma se non è una droga, come può essere una propaganda alla droga libera? Anzi bisognerebbe iniziare ad incentivare l’utilizzo dei prodotti a base di CBD, informando i cittadini sui loro benefici per la salute, così come fanno questi Festival. E bisognerebbe anche incentivare la ricerca, per far sì che migliaia di cittadini malati ottengano un effettivo beneficio senza dover utilizzare farmaci che spesso hanno serie controindicazioni.