A Palma Campania, durante gli ultimi giorni del mese di Aprile, è apparsa la nuova opera dello street artist Jorit: il volto di Thomas Sankara e il profilo di un bambino.
Chi è Jorit ?
Jorit è uno street artist nato a Napoli, da padre italiano e madre olandese. Durante la sua infanzia, trascorsa a Quarto, sviluppa una spiccata propensione al disegno, approcciando sin da subito all’arte dei murales. Frequentata l’Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 2005 compie il suo primo viaggio in Africa: quella cultura dai sapori tribali sarà per lui illuminante, spingendolo a ritornare nel Paese altre sette volte. Tale esperienza porterà l’attenzione dell’artista a focalizzarsi sulla rappresentazione di volti umani, che realizzerà in tutte le città da lui visitate. Il suo marchio pittorico, due strisce rosse sulle guance, rimanda ai segni che le tribù africane dipingevano sui propri volti durante i riti di iniziazione.
Dove sono le sue principali opere?
Gran parte dei murales si trovano sulle facciate di alti palazzi situati in zone diverse di Napoli e provincia: aree che l’artista ha voluto non solo rivalutare, ma a cui ha lasciato messaggi di speranza e rinascita. A Ponticelli, in quello che attualmente è stato definito Parco dei Murales, vi è il volto di “Ael. Tutt’egual song’e criature”. Nel centro storico di Napoli, nei pressi del quartiere Forcella, l’opera “Gennaro”. “Diego e Niccolò”, a San Giovanni a Teduccio, nel quartiere noto come BronX; si tratta dei volti del campione argentino Diego Armando Maradona e di uno giovane scugnizzo. “Che Guevara”: il volto del grande rivoluzionario è immortalato su di un palazzo a Taverna del Ferro a San Giovanni a Teduccio.
L’opera di Palma Campania
Tra viale Giacomo D’Antonio e via Circumvallazione Jorit ha realizzato due volti: nella parte superiore il ritratto del presidente del Burkina Faso, assassinato nel 1987, Thomas Sankara; nella parte inferiore c’è il profilo del bambino migrante annegato nel Mediterraneo con la pagella dei voti cucita in una tasca. L’artista ha dato anche un nome al quattordicenne: Kukaa, «che in lingua swahili significa “restare“» – ha dichiarato ‒ «per rivendicare il diritto di tutti a restare nella propria terra senza essere sfruttati da altri popoli».
Il presidente Sankara
Insieme al profilo di Kukaa, vi è il volto del noto presidente Sankara. «Queste due figure si parlano in un Comune dove c’è una forte presenza di immigrati.»‒ racconta Jorit ‒ «Volevo lanciare un messaggio che facesse riflettere. Sankara è una figura rivoluzionaria. Ha cercato di risolvere il problema dell’emigrazioni migliorando le condizioni del suo popolo. Ribadiva l’importanza delle radici e della creazione di un modello di sviluppo contro lo sfruttamento».