Dopo il caos generatosi quando si è venuto a sapere che l’inceneritore stava bruciando materiale tal quale, ovvero raccolto per strada e che non ha subito un processo di differenziazione, in molti sono intervenuti sulla questione. Tra questi anche la consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, che da anni segue e guida alcune delle più importanti battaglie per l’ambiente sia locali che nazionali. Ecco le sue parole:
L’inceneritore inquina? E quanto?
“È vero: l’impianto è autorizzato a bruciare la “munnezza” così come è raccolta per strada, tutto legittimo. Il gestore è subito corso a smentire video e post girati ed ha ribadito che “non sono assolutamente accostabili né da mettere in relazione l’espressione sforamento polveri sottili con l’attività del termovalorizzatore”.
Quindi, in sostanza il Gestore ribadisce che se sforano le centraline non bisogna addossare la responsabilità all’inceneritore. Ma è possibile dire il contrario?
Cioè, è possibile affermare che è da escludersi qualsiasi responsabilità per l’inquinamento di polveri sottili che si registra ad Acerra dell’impianto di incenerimento. NO!! E vi spiego il perché.
Le polveri sottili sono per lo più frutto di attività di combustione, si possono creare anche per processi naturali ma per lo più si hanno per processi creati dall’uomo soprattutto la combustione.
Ora, è innegabile che l’inceneritore ha il suo business proprio nel processo di combustione, cioè quello che crea le polveri sottili.
Alla luce di ciò:
È possibile dire che l’inceneritore non inquina l’aria di Acerra? La risposta ad oggi è no, altrimenti se dall’inceneritore uscisse vapore acqueo o non so, fiori e profumi, non si capisce come mai viene qualificato come industria insalubre di prima categoria e come mai l’A2a, per questa cosa, paghi OLTRE 3 MILIONI DI EURO al Comune di Acerra in ristori ambientali.
L’Arpa dice che le polveri sottili sono per lo più prodotte dalle auto. Bene, pur volendo considerare i valori di Arpa, i quali sono per molti aspetti obsoleti, ma già escludere a priori il più grande impianto di incenerimento di Italia e forse di Europa, sembra quasi una barzelletta. Ma a questa osservazione dell’Arpa, rispondo: “Ma le decine e decine di camion che vanno e vengono dal Pantano non impattano? Al riguardo vi rappresento che nel ricorso che presentammo al TAR Napoli con il Comitato Donne 29 Agosto, la cui sentenza è ancora al vaglio del Consiglio di Stato, calcolammo che ogni giorno entrano ed escano dal Pantano oltre 120 camion, eccepimmo che l’inquinamento prodotto da questi camion non fu considerato dalla Regione nel procedimento che autorizzò l’impianto nel 2014. Allora, l’A2A vuole escludere ogni responsabilità dell’impianto nell’inquinamento di polveri sottili che caratterizza l’aria di Acerra?“
Operazione verità
La consigliera pentastellata poi continua: “Lo può fare, faccia quello che Lettieri e De Luca non hanno il coraggio di fare, faccia quello che noi chiediamo da 3 anni e che ci viene bocciato sistematicamente da una maggioranza ignavia, uno studio sul particolato delle polveri sottili e sugli effetti cumulativi, metta a disposizione della cittadinanza risorse per uno studio condotto da un comitato scientifico scelto dai cittadini e presieduto dalla dott.ssa Gatti, scienziato di fama mondiale, è faccia luce sulla totale esclusione di responsabilità e contributi alla pessima qualità d’aria che respirano gli acerrani.
Non capisco perché non lo fa, potrebbe dimostrare carte alla mano che il problema di Acerra è il traffico, o le caldaie oppure la vicinissima Friel che brucia nel silenzio di tutti. Ha una possibilità enorme, mettere fine a tutto questo chiacchiericcio e fare un’operazione verità che i nostri politici non hanno il coraggio di fare e che è tutta nel suo unico interesse. Non si limiti a smentire i giornali che effettivamente fanno molto spesso caciara. Troppo semplice, troppo facile“.