“Non sappiamo neanche chi ci deve pagare e se siamo tutelati“: questo il messaggio che vogliono lanciare i Lavoratori del Consorzio Unico di Bacino, appartenenti al gruppo SI Cobas. I dipendenti, attualmente in forza all’Asìa, hanno aderito nel 2018 al Piano Straordinario delle Regione, varato dalla Regione Campania. Il Piano era nato inizialmente per 12 mesi, prorogati poi per altri 6. Da qualche settimana (ovvero da fine Febbraio) è però scaduto, ma i CUB stanno però continuando a lavorare per l’azienda napoletana che si occupa della raccolta dei rifiuti.
Non è chiaro però con quali tutele stanno lavorando e chi li sta pagando. I lavoratori infatti, seppur svolgono la stessa mansione dei colleghi con tanto di notti passate a lavoro, non percepiscono però lo stesso stipendio. La loro retribuzione è ancora quella del piano straordinario, quindi alcune centinaia di euro in meno. Una situazione decisamente strana su cui sperano di fare chiarezza i lavoratori.
Il piano della Regione
“La Regione ha stanziato questo piano anche per evitare le multe della Comunità Europea. L’Asìa, secondo il piano avrebbe dovuto inserire nel proprio organico i lavoratori. Quindi la Regione Campania dovrebbe anche prendere dei provvedimenti nei confronti di questa situazione, in cui sono stati investiti molti milioni di euro della comunità. Avrebbe dovuto inserire 240 lavoratori, ma in realtà non è mai stato così. Ed ora utilizza i lavoratori pagandoli però meno di quanto spetta. Il Piano è scaduto, ma alla fine non si è capito neanche a noi chi ci paga. Noi proseguiremo anche per vie legali perché non è possibile andare avanti così. Speriamo che la Regione ci accompagni in questa vicenda perchè deve salvaguardare i soldi dei cittadini“: queste le parole-denuncia di Giovanni D’Errico, rappresentante del gruppo Si-Cobas di Acerra.
Il presidio
Nel frattempo, per lunedì 18 Maggio, è stato organizzato un presidio a Palazzo San Giacomo, alle 11:30. “Piuttosto che vivere come schiavi, preferiamo morire liberi e lottando“: questo il motto del presidio dove si inviterà anche la Regione Campania e il comune di Napoli a prendere atto di questa situazione. Le proteste saranno incentrate anche sulle distanze e sulle misure di sicurezza: “L’unica sicurezza della Asia è incrementare il suo capitale“, afferma Giovanni D’Errico.