Casalnuovo. Conflitto d’interessi di due consiglieri per la Piscina? Ecco la situazione

Casalnuovo. Conflitto d’interessi nell’approvazione della variante per permettere la costruzione della piscina comunale? Sembrerebbe emergere questo da una serie di ricerche effettuate sulla vicenda. Ma ripercorriamo con ordine la questione e premettiamo che il testo sarà articolato, così da garantire la massima precisione nei dettagli importanti.

Lo scorso giorno si tiene il consiglio comunale cittadino, che al settimo punto all’ordine del giorno prevede l’approvazione di una variante per il progetto tecnico volto alla costruzione della piscina comunale. Il progetto prevede anche l’espropriazione di una serie di terreni da parte del Comune.

In questo momento del Consiglio sorge qualche problema, perchè l’opposizione lascia l’aula, e vi restano solo 13 consiglieri. Su questo punto c’è comunque un “forse”, perchè non è chiaro se il consigliere Claudio Perna sia presente o meno al momento della votazione (clicca qui per il nostro approfondimento). La votazione è comunque approvata con 11 voti favorevoli e due astenuti, quindi ipotizziamo che il Presidente del Consiglio e il Segretario Generale constatino l’effettiva presenza di Perna.

Il conflitto d’interesse

Apriamo ora il capitolo legato al presunto conflitto d’interesse. In aula sono presenti due consiglieri, i quali sono moglie (e quindi affine) e nipote (parente di terzo grado) di un imprenditore locale. Questi è socio al 27% di una società che è proprietaria di una serie di terreni che doverebbero essere espropriati. Iniziamo con il sottolineare che essere parenti o affine di un imprenditore che possiede di terreni da espropriare, non è un reato in alcun modo. Soprattutto quando parliamo di città, e non di metropoli, capita spesso che si incrocino situazioni simili. Proprio per questo la legge stabilisce che, quando si verifichi una situazione simile, i consiglieri con un conflitto reale o presunto, non partecipino né alla discussione, né alla votazione.

In effetti i due consiglieri si astengono alla votazione e non partecipano alla discussione, ma questo potrebbe bastare, visto che sono comunque determinati a mantenere il numero legale della votazione? Per mantenere l’imparzialità dovevano uscire dall’aula? Probabilmente sì, sarebbero dovuti uscire dall’aula. Ma per spiegare meglio questa ultima affermazione, dobbiamo ripercorrere le leggi e il regolamento.

Il TUEL

Il testo unico degli Enti locali parla proprio di questa situazione all’articolo 78, comma 2. Vediamolo insieme:

Gli amministratori di cui all’articolo 77 (tra cui i consiglieri comunali ndr), comma 2, devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. L’obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici, se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell’amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado.”

Il Consiglio di Stato

Il TUEL però non parla esplicitamente di uscire dall’aula nel momento della discussione e votazione, e quindi si aperta una lunga giurisprudenza. Diverse sentenze del Consiglio di Stato sembrano propendere però proprio per l’uscita dall’aula, così da garantire la completa imparzialità anche nei confronti degli altri consiglieri rimasti in aula. Detto in poche parole, sapendo che il consigliere in questione mi guarda, un consigliere si sente libero di poter votare come vuole? Probabilmente no, e quindi meglio non avere questa forme di soggezione.

Altre sentenze del Consiglio di Stato però sembrano essere più morbide, e rimandando agli Statuti e al regolamento Comunale. Lo Statuto del comune di Casalnuovo non si esprime sulla vicenda e rimanda al regolamento del Consiglio Comunale (clicca qui per leggerlo ), che invece è molto chiaro ed esplicito.

Ecco l’articolo 43, comma 1 e 2:

1. I consiglieri non possono prendere parte alle deliberazioni rispetto alle quali, a norma di legge,
abbiano interessi propri o di loro parenti o affini fino al quarto grado.
2. I consiglieri di cui al comma 1 hanno l’obbligo di assentarsi dalla sala dell’adunanza per tutto il
tempo della discussione e votazione della deliberazione. Se intendono che l’avvenuta osservanza di
tale obbligo risulti a verbale, prima di allontanarsi, informano il consiglio comunale di quanto sopra“.

La conclusione

A questo punto appare chiaro che i due consiglieri sarebbero dovuti uscire dall’aula, qualora fosse stato riscontrato il conflitto d’interessi. Gli stessi infatti dovrebbero conoscere il Regolamento Comunale e di conseguenza loro in primis avrebbero dovuto avvertire il Segretario Generale e il Presidente del Consiglio. È certo anche il Presidente del Consiglio e il Segretario Generale avrebbero potuto riscontrare questa situazione e risolverla chiedendo ai consiglieri di lasciare l’aula. Questo naturalmente sempre che fossero a conoscenza di questa situazione.

Questa storia, a quanto sembra, avrà comunque un seguito giudiziario visto che alcuni componenti delle forze d’opposizione vogliono vederci chiaro.

Resta comunque la possibilità che il Segretario Generale, ravvisata la sussistenza di questo conflitto, decida di annullare la Delibera.

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