Acerra. Quasi una settimana fa si è svolto l’ultimo consiglio comunale da cui sono poi nate diverse polemiche a causa di alcune frasi rivolte dal Presidente del Consiglio Andrea Piatto all’indirizzo della consigliera Auriemma. “Lei sta facendo la camorrista“, una frase ripetuta due volte, salvo poi successivamente rettificare la parola camorrista con “prepotente”. Dopo alcuni giorni parliamo con la consigliera Carmela Auriemma, cercando di ripercorrere anche le fasi successive e le polemiche nate.
Consigliera Auriemma, cosa le ha fatto più male rispetto a quell’affermazione?
“Prima di tutto la chiusura violenta e brusca del mio microfono da parte del Presidente, il quale però ha lasciato acceso il suo giusto per far sentire in modo chiaro e scandito l’offesa. Poi la censura del presidente, dicendo che l’intervento non era pertinente ma in realtà aveva sentito solo sei parole. Ho fatto appena in tempo a pronunciare il termine camorra, e mi è sembrato di ritornare indietro negli anni 90′ quando questa parola creava disagio e imbarazzo”.
Cosa o chi invece le ha dato sostegno in questa situazione?
“Mi da sostegno la ferma convinzione che alla Città interessa cosa stia succedendo in città, del resto hanno sparato fuori una scuola, per fortuna chiusa, in pieno giorno. Io non ho figli, ma se fossi madre non dormirei la notte. Cosa dobbiamo aspettare? Inoltre i bilanci comunali sono “materia” ghiotta per la camorra, ed era un mio dovere parlarne affinché nessuno potesse dire tra dieci anni: «Carmela la camorra ha sparato fuori ad una scuola, perché non è stato detto nulla nel consiglio celebrato pochi giorni dopo?». I fatti si trattano sul momento, non solo quando fanno comodo per fare passerelle.
L’unica persona in consiglio a darmi invece un sostegno è stato il solo Consigliere Domenico Zito, l’unico che si è scandalizzato davanti a tutta quella arroganza e superbia ed ha cercato di sostenere il mio intervento. Ma il presidente ha zittito anche lui”.
Perché ha “accettato” la rettifica del Presidente Piatto?
“Perché non avrei dovuto farlo? Io, a differenza del Presidente, non sono una persona scorretta, non faccio giochini. Mi pare ovvio però che dopo le correzioni, se si è veramente pentiti per quello che si è detto, e se si riconosce l’errore, bisogna scusarsi. Quell’atteggiamento, quelle calunnie hanno offeso me, la mia famiglia, il gruppo ed il movimento che rappresento, hanno offeso tutto il consiglio comunale, quel luogo di democrazia e tutta la Città. Le scuse sono dovute“.
Mercoledì ci sarà un consiglio sulla Camorra. Pensa che si sarebbe svolto senza queste polemiche?
“Assolutamente no. Il presidente, nel convocare d’urgenza il consiglio monotematico, ha riconosciuto che la questione che ponevo era importante ed urgente e che andava affrontata evidentemente senza tutti quegli appigli. Ripeto, la camorra uccide in Città e il presidente pensava al regolamento. Ma anche l’atteggiamento che ha continuato ad avere il presidente non va bene, iniziando ora una polemica con il Vescovo. Evidentemente non gli è andato proprio giù questa convocazione. Ma mercoledì si avrà un consiglio monotematico sulla camorra ed io sono contenta che nella mia Città affronterà un tema così importante per il presente e per il futuro e lo si farà nel luogo più rappresentativo della democrazia.