Questa mattina si è svolto il Consiglio Comunale straordinario che aveva come unico punto all’ordine del giorno la lotta sulla criminalità organizzata e la camorra. La pubblica assise, arrivata anche dopo l’appello del vescovo di Acerra Monsignor Di Donna, poteva e doveva sicuramente essere un momento di collaborazione tra le varie forze politiche contro un male che rischia di distruggere Acerra.
Il sindaco, prima degli interventi dei vari consiglieri, legge una relazione sul tema che, a dir la verità raccoglie il consenso di molti membri dell’assise. Poi è il turno dei consiglieri comunali che si susseguono uno dopo l’altro. Alla fine ne esce solo un lungo elenco di interventi, durante i quali si ripete che la Camorra è un male e, tra una citazione e l’altra, si seguono proposte e idee.
Arriva poi il fatidico momento di presentare un documento in condivisione e dimostrare che il consiglio, quando vuole, può uscire unito. Il risultato però è decisamente brutto da vedere.
Mentre le opposizioni chiedono di poter avviare una fase di discussione per portare a un documento completo, che racchiudesse le idee sia della minoranza che della maggioranza, quest’ultima decide di votare il documento presentato dal sindaco. Per i consiglieri di maggioranza non ci sono problemi, non c’è bisogno neanche di dare un minimo contributo. Non hanno neanche bisogno di ascoltare qualche idea o proposta delle opposizioni, per loro non esiste altro che il comunicato del sindaco.
Il primo cittadino chiede poi ai consiglieri di minoranza di presentare un ulteriore documento, che però loro non hanno. I consiglieri, infatti, affermano che nella riunione dei capigruppo, che si era svolta poco prima del Consiglio, si era deciso di lavorare insieme a un documento condiviso. A quel punto, prima del voto, le opposizioni, escluso il consigliere De Maria, escono dall’aula e i presenti votano all’unanimità il documento del sindaco, senza cambiare nemmeno una virgola e “rischiare” di dare un contributo.
Un vero peccato, visto che il Consiglio di oggi sarebbe dovuto servire anche per inviare un messaggio alla città. E il segnale in effetti è arrivato, in particolare dalla maggioranza e dal sindaco nei confronti delle opposizioni, e ha chiarito un concetto che potremmo ben spiegare con una storica frase di Alberto Sordi nel film “Il Marchese del Grillo”: «Io sono io e voi non siete un …..».
Naturalmente il post consiglio è stato un rimpallarsi di responsabilità tra le opposizioni e la maggioranza.